Gli OGM

Gli organismi geneticamente modificati noti come OGM, sono il risultato della ricerca nel campo della biotecnologia e sono ottenuti attraverso l’ingegneria genetica, attraverso cioè l’utilizzo della tecnica del DNA ricombinante che permette di manipolare il corredo genomico degli esseri viventi creando nuovi organismi detti transgenici. Questi nuovi organismi possono contenere geni di qualsiasi specie animale, vegetale o batterica e per questo hanno una varietà di possibili caratteristiche pressoché illimitata. Questi organismi modificati sono utilizzati in molti settori tra cui quello industriale, farmaceutico, ambientale, agroalimentare e zootecnico. Se però il loro utilizzo è comunemente accettato in molti settori, non lo è affatto in campo agroalimentare, nonostante le colture OGM rappresentino attualmente il 10% delle colture primarie mondiali per un totale di 114,3 milioni di ettari. Prendendo in considerazione il maggior numero possibile di punti di vista, essi sono al contempo una grande opportunità (e per certi versi necessità) produttiva per un mondo in via di sviluppo anche sul fattore demografico, ma anche un grave rischio per l’ambiente e consequenzialmente anche per l’uomo. Il loro utilizzo, anche se in crescita, è pur sempre dibattuto ed osservando gli immensi profitti che industrie come la statunitense Monsanto hanno ottenuto dalle colture OGM, viene da pensare che gli aspetti positivi dell’ingegneria genetica possano essere passati in secondo piano.

 

Come si fanno?

OGM

Le tecnologie necessarie alla produzione di OGM sono il risultato di una serie di importanti scoperte ed innovazioni che partono essenzialmente dalla scoperta nel 1969 degli enzimi di restrizione, seguiti poi dalla PCR nel 1984, dal sequenziamento di un numero sempre maggiore di specie e da molte altre fondamentali innovazioni tra cui la tecnica del DNA ricombinante, la terapia genica, le sonde molecolari, i polimorfismi e quindi la clonazione.

Per quanto riguarda l’aspetto tecnico la tecnologia del DNA ricombinante, utilizzata per produrre OGM, è a livello teorico piuttosto semplice. Si tratta sostanzialmente di creare una molecola di acido nucleico (in questo caso DNA) che contenga determinati geni estranei: questi modificando il genotipo della specie causano cambiamenti nel fenotipo conferendogli date caratteristiche. La tecnologia del DNA ricombinante è suddivisa in diverse fasi: per prima cosa si estrae da un batterio un plasmide, ovvero una piccola molecola circolare di DNA che si duplica separatamente dal cromosoma batterico; questo plasmide può trasferirsi in altre cellule e duplicare qualsiasi gene per cui, una volta modificato, verrà reinserito nel batterio. Il passaggio successivo consiste nell’ isolare il DNA contenente il gene prescelto da una cellula e isolare quindi il gene dal resto del DNA mediante gli enzimi di restrizione. Questi frammenti di DNA sono moltiplicati attraverso la reazione a catena della polimerasi (PCR) ed inseriti all’interno del plasmide batterico. Il batterio dotato di plasmide modificato può essere quindi duplicato ed utilizzato per creare copie di geni o copie di proteine.

Metodo TumefaciensIl metodo attraverso Agrobacterium tumefaciens, è indicato per piante dicotiledoni, come la soia o la zucca. Si tratta di un batterio che in natura è patogeno (induce la galla del colletto nelle piante), ma che si è riusciti ad utilizzarlo come mezzo di trasmissione del DNA. Al suo interno contiene il plasmide TI (da Tumor inducing) a cui sono stati tolti i geni patogeni, e il plasmide helper che contiene il gene vir che fornisce le proteine necessarie al trasferimento nella cellula vegetale e contiene i genti contro l'antibiotico. Avvenuto il passaggio della membrana plasmatica della cellula, il DNA contenente i geni d'interesse si integra con il DNA della pianta.

Il metodo biolistico consiste,invece, nell'utilizzo di pistole geniche (gene gun) che permettono di inviare nella cellula vegetale (monocotiledoni ad esempio mais, grano, riso) particelle microscopiche d'oro o di tungsteno ricoperte di DNA contenente gli antigeni.

 

 

 

Alcuni esempi

Soia transgenicaL'esempio più clamoroso di alimento geneticamente modificato è la soia transgenica, prodotta a partire dal 1995 dalla Monsanto per resistere all’erbicida "Roundup" a base di glifosfato. Il DNA della soia transgenica attualmente coltivata e commercializzata è modificato con parti del genoma di un virus (il virus del mosaico del cavolfiore), di un batterio (Agrobacterium sp.) e della petunia (Petunia hybrida). Si tratta dell'organismo geneticamente modificato più diffuso in assoluto(il 60% di tutti gli OGM), con l'87% della soia statunitense e il 60% di quella mondiale transgenica.

 

 

Il mais dolce insetticida è un altro organismo geneticamente modificato (rappresenta il 24% degli OGM), studiatoRiso Dorato per produrre una sostanza velenosa per gli insetti nocivi, evitando il ricorso di massa degli insetticidi (con l'introduzione al suo interno del gene del batterio Bacillus Thuringiensis).

Altri prodotti abbastanza diffusi sono la colza resistente agli pesticidi, il cotone Bt (sempre dal batterio Bacillus Thuringiensis), il golden rice (cioè il riso arricchito di beta-carotene); di minor rilevanza o ancora in fase di studio il pomodoro che dura più a lungo e ancora cacao, vaniglia, zucchero di canna (principalmente contro i pesticidi).